martedì 14 gennaio 2014

ritorni

Non so perchè stia scrivendo. L'ultima volta che l'ho fatto risale a quasi 6 anni fa. Ho ritrovato questa pagina quasi per gioco. Solo un modo per impegnare il tempo, aspettando che il sonno arrivi. E' difficile dormire quando non si è stanchi, ed è difficile stancarsi vagando per casa sforzandosi di trovare qualcosa che riempia le ore. Tempo ne ho tanto in questi giorni. Malato quasi per finta. Un male stupido il mio. Un'emiparesi facciale che sembra fatta apposta per sparigliare tutti i buoni propositi di inizio anno. E intanto rimango chiuso in casa, il ritorno alla frenesia e posticipato ancora, e questo mi costringe a fare i conti con me stesso.
Quando si ricomincia ci si da una disciplina, si traccia una linea immaginaria da percorrere in equilibrio precario. Forse lo si fa solo per non lasciarsi vivere, per illudersi di essere alla guida e di conoscere la direzione. A volte invece sembra proprio il contrario. Gli eventi ci travolgono e fiaccano il morale. E dove andare rimane solo una domanda. Mi sento un po' così in questo momento. Si fanno scelte importanti nella vita. Ci danno l'illusione di essere arrivati, di aver dato una piega decisa alla propria esistenza. 
E invece, dietro ogni curva ci attende un'altra importante decisione da prendere. L'equilibrio non sembra più così stabile, la piega non più così decisa.

Ora si tratta solo di osare, smetterla di farsi violenza solo in nome della paura di cambiare e decidersi a fare il grande passo. 

sabato 15 marzo 2008

Chiamatemi Speranza


Fiocco rosa, oggi, in quel di Neguggio.
No non è nato nessuno, ma da oggi la famiglia si allarga...
...sì, beh, la famiglia... insomma, è arrivata Carla, ma chiamatela pure Hope. "Speranza", un nome certo più nobile e ben augurante. Più da asina, senza dubbio. Vero Dé?!
Comincia una piccola avventura, rallegrata dalla presenza docile e affettuosa di questa bella asinella che ci ha già conquistati (e a quanto pare ha già fatto breccia anche nel cuore dell'asino Joe che la ha fatto una gran festa al suo ingresso in stalla).
Volete venire a fare la sua conoscenza? Siete i bevenuti. fate un fischio e ci organizziamo.
Allora vi aspettiamo presto
Beppe, Désy e... Hope!

sabato 19 gennaio 2008

Sant'Antoni del purscell


I muri e le strade erano ancora umidi, dopo i lunghi giorni di pioggia appena passati, la piazza della chiesa ombrosa e fredda, non ancora lambita dai raggi del sole mattutino, ma a Ello sabato mattina si respirava un calore del tutto speciale.



E' una sensazione che parla il dialetto del posto e che profuma di legno stagionato, bruciato nei focolari domestici.



L'invito me lo ha fatto Dario, venerdì sera. Uno di quegli inviti lasciati lì a mezz'aria, per non essere troppo invadenti o per non incassare un "no" deciso, il più delle volte dovuto ad una sorta di pudore, più che da un effettivo disinteresse. "Vieni domani, c'è la benedizione degli animali". Un avvenimento le cui origini si perdono nella notte dei tempi, tra le usanze di una civiltà contadina quasi scomparsa e che solo in pochi momenti come questi cerca, timidamente, di riemergere.




Il clima di paese si percepiva chiaramente. Bambini liberi di correre tra i vicoli stretti: niente a che fare con l'attenzione guardinga che i coetani cittadini si sentono addosso, sempre esposti a mille potenziali pericoli. Tra i bambini vocianti ce n'er anche una, timida, dalla pelle olivastra, accompagnata dalla mamma, velata alla maniera islamica. Presenza di un inequivocabile cambio genrazionale. Il nuovo che avanza, l'estraneo che si fa vicino di casa, e le usanze che si incontrano, si fondono. Nel vaso di vetro, edeguato per l'insolita esigenza, nuotava un pesce rosso. Non so di che religione fosse,ma di certo anche lui ha ricevuto la benedizione che il pretone paffuto e compunto dispensava generosamente.


martedì 4 dicembre 2007

Amare


Ci sono sere in cui ti guardi indietro e ti accorgi che avresti potuto amare di più. Sarebbe stato facile. Provare ad avere un poco di pazienza in più, evitare una risposta scortese, porre un gesto di tenerezza, o magari smetterla di lamentarti per le solite cose.
Spesso l'alibi per tutto questo sono gli ALTRI.
E invece non ci accorgiamo di possedere in noi la chiave per trasformare la nostra mediocrità e amare di più. Cominciare da NOI.
Poi, è vero, gli altri ci sono sempre, e danno le loro risposte, ma da parte mia IO posso cominciare a seminare Amore, certo che ogni suo prezioso seme non mancherà di germogliare.
Magari in modi diversi da come noi ci aspetteremmo,ma comunque germoglia.


Ingenuo? Visionario? ...mah



Ci sono sere in cui ti guardi avanti e non sai se avrai ancora la forza di amare. Ma poi, se hai il coraggio di fermarti e di guardarti dentro, con verità, impari che l'Amore continua a ardere anche sotto la cenere.
A volte basta soffiare via un po' di quella pesante cenere che vi si accumula sopra.

venerdì 9 novembre 2007

La noia


Ci risiamo. Ancora le coliche.
Non bastava una settimana di febbre, ora ci si mettono di nuovo le coliche renali. Ma p..........a, non è mica possibile vivere con 'sta maledetta spada di Damocle sulla testa. Ogni tot ci risiamo!
E poi ancora divano, televisione, divano e poi ancora divano.
Il primo che mi dice che mi invidia lo picchio!
«Che fatica nuotare in un mare di noia senza
pinne e senz'aria in un mare di noia di noia...»
Per fortuna che ho un'infermiera di altissimo livello!!! :O)

lunedì 5 novembre 2007

FEBBRE


Niente da fare, sta maledetta febbre non molla.
Ma pensa un po' che sfiga: il primo "ponte" della mia vita da lavoratore, passato sul divano, sotto le coperte, ad ammazzarmi di TV-spazzatura e noia. Come se non bastasse ho pure finito le scorte di robe interessanti da leggere.
E poi che figura mettersi in malattia dopo tre settimane di lavoro. E io che un tempo mi vantavo di non ammalarmi mai!
Se faccio il bilancio degli utimi mesi, c'è da spaventarsi... sto diventando vecchio!

sabato 27 ottobre 2007

Coraggio, alzati


«Ci siamo abituati a questo mondo

che ci nausea senza farci troppo male

dentro una generazione

mortalmente seria

che prende alla lettera

ciò di cui noi e Dio ridevamo.

Quando è debole la speranza

e risorge la Babele,

Dio ci chiede

di accendere una torcia

che faccia luce alla strada.


* * *

Togliamo la forza distruttiva

al nostro dolore,

perchè Dio lo possa afferrare

e tenerlo in alto,

come l'albero trattiene l'ultima luce

che gli viene dal sole.

Dio raccolga questo dono di luce,

ci apra di fronte alla notte nera

e accenda i nostri occhi

di una luce più alta.»

Con l'augurio di sapere sempre sorridere, e di fare di questo sorriso luce, per noi e per gli altri.

Con l'augrio di non rimanere mai schiacciati dai nostri dolori e di lascare che sia Dio a trasfigurarli.

Con l'augurio di saper ogni giorno trattenere la luce.