sabato 19 gennaio 2008

Sant'Antoni del purscell


I muri e le strade erano ancora umidi, dopo i lunghi giorni di pioggia appena passati, la piazza della chiesa ombrosa e fredda, non ancora lambita dai raggi del sole mattutino, ma a Ello sabato mattina si respirava un calore del tutto speciale.



E' una sensazione che parla il dialetto del posto e che profuma di legno stagionato, bruciato nei focolari domestici.



L'invito me lo ha fatto Dario, venerdì sera. Uno di quegli inviti lasciati lì a mezz'aria, per non essere troppo invadenti o per non incassare un "no" deciso, il più delle volte dovuto ad una sorta di pudore, più che da un effettivo disinteresse. "Vieni domani, c'è la benedizione degli animali". Un avvenimento le cui origini si perdono nella notte dei tempi, tra le usanze di una civiltà contadina quasi scomparsa e che solo in pochi momenti come questi cerca, timidamente, di riemergere.




Il clima di paese si percepiva chiaramente. Bambini liberi di correre tra i vicoli stretti: niente a che fare con l'attenzione guardinga che i coetani cittadini si sentono addosso, sempre esposti a mille potenziali pericoli. Tra i bambini vocianti ce n'er anche una, timida, dalla pelle olivastra, accompagnata dalla mamma, velata alla maniera islamica. Presenza di un inequivocabile cambio genrazionale. Il nuovo che avanza, l'estraneo che si fa vicino di casa, e le usanze che si incontrano, si fondono. Nel vaso di vetro, edeguato per l'insolita esigenza, nuotava un pesce rosso. Non so di che religione fosse,ma di certo anche lui ha ricevuto la benedizione che il pretone paffuto e compunto dispensava generosamente.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Pensa un pò cosa ci toccherà fare quando aprirem l'agriturismo!!! Anche gli animali da benedire! Kià

ha detto...

sarebbe magnifico! E poi un po' di acqua santa non ha mai fatto malea nessuno :O)

Anonimo ha detto...

magari...