mercoledì 12 settembre 2007

30 anni fa moriva Steven Biko, coraggioso profeta anti-apartheid


Un personaggio affascinante, carismatico, la cui vità è stata stroncata a soli 30 anni dalla violenza cieca e dall'odio razziale.
Se non l'avete ancora fatto vi consiglio di vedere "Grido di libertà", gran bel film (con Denzel Washington) che racconta le vicende di Biko e di un amico giornalista militante bianco, e offre uno spaccato drammatico delle vicende del Sud-Africa.

Un articolo tratto dall'agenzia on-line "Misna"
Il 12 settembre del 1977, il corpo senza vita di Steve Biko veniva ritrovato nella cella dove era stato rinchiuso dal 18 agosto precedente. Biko aveva allora 30 anni ed era stato il fondatore del primo sindacato studentesco di soli neri in Sudafrica (l’Organizzazione degli studenti africani). All’epoca, i medici e le autorità del carcere dove era stato rinchiuso sostennero che la morte era stata causata da uno sciopero della fame, ma la giornalista Helen Zille (attuale capo del principale partito di opposizione, Alleanza democratica) era riuscita a provare che Biko era deceduto per le torture inflitte dalla polizia. Con la scomparsa di Biko, arrivarono anche nuove sanzioni internazionali contro il regime di apartheid. Stasera il presidente Thabo Mbeki pronuncerà un discorso all’università di Città del Capo, ma in tutto il paese sono diverse le iniziative organizzate per commemorare l’attivista diventato, dopo la morte, martire del movimento anti-apartheid. “Nella cultura popolare – ha ricordato il figlio Nkosinathi Biko – mio padre resta un potente simbolo di speranza, una figura di cambiamento. Ci ha aiutato a comprendere e a costruire la nostra identità, e il suo insegnamento è ancora valido per i giovani sudafricani". [dal sito http://www.misna.org/]

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